Le Cappelle
Centro di spiritualità, ospitalità e cultura
Centro di spiritualità, ospitalità e cultura
Il Centro Geltrude Comensoli offre ai propri ospiti due Cappelle, la Cappella delle Celebrazioni e la Cappella dell’Adorazione
La cappella delle celebrazioni ospita un pregevole mosaico dell’artista P. Marko Rupnik, Gesuita.
Anche l’annessa cappella dell’adorazione è frontalmente rivestita di un mosaico del medesimo artista.
Il Mosaico della Cappella delle Celebrazioni
di P. Marco Rupnik
La scena centrale è pasquale. Rappresenta Cristo Sacerdote che con il suo sacrificio unisce il creato e l’intera umanità a Dio. (Questo è il fondamento di ogni sacramento). Il costato di Cristo è aperto. E’ stato aperto dopo la sua morte, ma Lui è vivo, perché è Figlio di Dio che per obbedienza, in totale unione con il Padre, è entrato nella morte.
La croce è nera. Deve essere nera, perché il luogo della rivelazione di Dio è la notte, cioè la morte, la tomba, il peccato. Tutto ciò che riguarda la storia della salvezza è avvenuto di notte: di notte Mosé esce dall’Egitto, di notte la Parola si lancia dal cielo sulla terra, di notte è nato Gesù Cristo. Quando viene tradito è notte, quando muore si fa notte; quando risuscita è notte. Tutto avviene durante la notte. Il nero di questa croce, però, è un nero molto nobile, molto elegante: nessuna croce è più croce da quando è stato crocifisso il Signore Gesù. La croce diventa il passaggio al Padre, diventa quel velo strappato attraverso il quale si passa nel santuario vero.
La casula è sacerdotale ed è un paramento regale, perché la croce è il trono da cui regna nostro Signore. Egli regna con la carità, con il suo affidamento nelle mani del Padre e nelle nostre mani.
Questo è testimoniato anche dal piccolo disegno che è sul tabernacolo: la lavanda dei piedi. Proprio nel momento in cui Cristo è pienamente cosciente che sta per passare al Padre, ed è presente Giuda con il suo tradimento, si cinge con un asciugatoio e si mette a servire, a lavare, a fare un lavacro dell’umanità. Il passaggio avviene in modo drammatico e nella carità.
Quando si contempla l’Eucaristia, non contempliamo una cosa romantica, ma contempliamo Cristo nel suo Mistero pasquale, contempliamo la Chiesa che è suo corpo; contempliamo un permanente servizio, un permanente passaggio, un dramma che si risolve nella risurrezione.
Maria, accanto a Cristo, ha nelle mani un piccolo purificatoio. Già nell’antica iconografia, Maria è rappresentata con il purificatoio agganciato alla cintura. In questa icona l’artista ha messo il purificatoio nelle mani di Maria. Con esso Maria tiene il calice, che è avvicinato al costato aperto di Cristo. In questo atteggiamento, questa Diaconessa che accoglie la salvezza e diventa sacramento della salvezza del mondo, è immagine della Chiesa che accoglie la salvezza donataci da Cristo.
Maria ha dato a Gesù il sangue e il corpo e adesso da Lui riceve il sangue della vita eterna, il sacramento per la salvezza del mondo. Questo scambio di doni si vede anche nei colori: Cristo è rosso perché è divino, vestito di blu perché ha assunto l’umanità; la Vergine è vestita di blu perché è umana ed è rivestita di rosso perché si è divinizzata attraverso la sua divina maternità. Questo progetto, questa visione è antropologica: Cristo si è spogliato affinché noi ci rivestiamo.
I testi sono la trascrizione della spiegazione offerta da Padre Marko Rupnik sulle due cappelle.
Il Mosaico della Cappella dell’Adorazione
di P. Marco Rupnik
La Chiesa mette il Santissimo nel tabernacolo, che non è semplicemente una scatola, ma è la dimora del Dio Altissimo che agisce. Egli è presente, ci ama, agisce.
Come agisce il sacramento? Agisce sulla Chiesa, e la Chiesa siamo noi, che, toccati da questo evento, cambiamo e agiamo in un altro modo. Siccome poi le pareti sono il telo sul quale la Chiesa dipinge il suo autoritratto, allora le pareti devono mostrare ciò che sta succedendo nella Chiesa.
Di proposito la parete dove si trova il tabernacolo non è diritta, ma è gonfia. Questo per indicare che il creato è inabitato da Dio, è una gravidanza. Lo Spirito gravida il creato, che geme affinché accada questo parto che libera anche il creato. La forma gonfia vuole mettere in evidenza che c’è un movimento, c’è qualcosa che si espande, c’è un mondo che comincia a trasfigurarsi. E qual è il principio di questa trasfigurazione? Sul tabernacolo c’è una piccola immagine del volto di Cristo, affinché non ci si dimentichi che il principio della trasfigurazione del mondo è Gesù Cristo, nostro Signore, mediatore, pontefice tra Dio e l’umanità
Il suo Santo Spirito, come vento che gonfia la vela perché giunga al porto sicuro, porta l’umanità e il creato nella direzione dell’Amore.
I testi sono la trascrizione della spiegazione offerta da Padre Marko Rupnik sulle due cappelle.